Ci si insegue a volte con tutte le forze e poi ci si raggiunge solo attraverso le fragilità. Dobbiamo preservarla questa nostra fragilità. Perchè a volte la forza spezza e ci divide mentre la fragilità sa unire e con le sue disarmanti verità sa far incontrare.
- M. Bisotti -
Premessa- M. Bisotti -
Il dottor B. per chi non lo sapesse è uno psichiatra, il mio psichiatra. Colui che da otto anni circa, cerca di tenere a bada le mie esplosive/distruttive emozioni e che da otto anni a questa parte mi ripete che no, non sono poi questa gran merda che penso di essere.
Mio padre e il dottor B non vanno molto d'accordo, nel senso che il dottor B è convinto che gran parte del mio disagio sia dovuto alla mia famiglia e al modo in cui mi hanno sempre trattata e in particolar modo ha poca simpatia per mio padre e i suoi modi di fare. Mio padre dal lato suo invece nutre una grande smania di sapere e di parlare col dottor B, apparentemente per capire la mia condizione ma in realtà per dire peste e corna su di me, e per incolpare il dottor B di non sapermi guarire da questo male che lui non capisce.
Il dottor B ha sempre accuratamente evitato conversazioni che superassero i tre secondi con mio padre.
Poco tempo fa però mio padre ha nuovamente espresso il grande desiderio di parlare della mia situazione col dottor B, ed io pur sapendo perfettamente che mi avrebbe sputtanatta e umiliata ho accettato; In fondo è mio padre, lo amo ed è malato e se venire li a smedarmi con la scusa di riportare i fatti esattamente per quelli che sono, puo farlo sentire meglio, puo farlo sentire vivo anche per un solo attimo, beh e allora che venga pure!
Così quando tempo fa presi appuntamento col dottore, lo avvisai di questa piacevole novità, mio padre reclamava dieci minuti di attenzione ed io avevo deciso di concederglieli.
Lunedì 19 settembre
Alle quattro spaccate io e mio padre ci mettiamo manzi manzi in macchina e ci dirigiamo in città. Rischiamo di morire due o tre volte a causa della guida eccelsa di mio padre e alle cinque meno qualcosa siamo giunti a destinazione.
Come al solito non c'è parcheggio e allora il papi prende l'occasione al volo e dice : "Tu vai, io resto in macchina, appena trovo parcheggio salgo"; "E NOOOOOO!" dico io "adesso troviamo un buco in cui parcheggiare e TU sali con me". Cosa era quello? Un tentativo di tirarsi indietro all'ultimo momento? Col senno di poi credo volesse semplicemente essere un atto di pietà.
Arriviamo nello studio, mio padre si siede nella sala d'attesa ed io vado in bagno a far pipì che mi sono agitata assai con tutti quei sorpassi spericolati e mi si è riempita la vescica dal terrore!!
Stranamente cinque minuti dopo il dottor B ci fa accomodare, e dico stranamente perchè di solito l'attesa è come minimo di 20 minuti e infatti io mi stavo gia mettendo comoda e avviando angry birds sul cellulare...ma niente non ho potuto giocare agli uccelli incazzati perchè era gia arrivato il nostro turno.
Ci accomodiamo, io e mio padre da un lato della scrivania, il dottor B dall'altro lato.
Dottor B: "Very mi ha detto che voleva parlami, prego mi dica"
E lì mio padre parte come un fiume in piena a raccontare tutta una serie di dettagli privati della mia vita: a che ora mi alzo, a che ora vado a dormire, quanto tempo passo al pc, quanto al telefono, ci mancava solo che gli raccontasse ogni quanto mi cambio le mutande e il quadro era completo.
E Very non esce. E very non è andata ai matrimoni delle amiche. E very si comporta male con le cognate. E Very è tutta un segreto si chiude in camera e non si puo sapere mai nulla di quello che fa! E Very è pigra e non vuole fare le faccende domestiche. E very ha sempre i nervi scossi, basta un niente per farla imbestialire ecc. Totalmente inutili i tentativi del medico di spiegare al mio papili che ho problemi di autostima che mi sento impresentabile agli occhi degli altri, e che vivo un disagio, ma che ho anche dei pregi ...niente, tutto fiato sprecato!
Ah , ha anche simpaticamente smerdato quello che ho fatto fino ad ora ed intendo i due anni di lavori venduti con successo in negozio, le decine di pacchi e pacchetti spediti qua e la per l'italia a gente che apprezza i miei lavori, i corsi tenuti in negozio in cui una volta tanto ero maestra e non allieva, la mia voglia di crescere e fare sempre di piu in questo ambito, niente è stato tutto liquidato con un semplice : "fa quelle quattro cose da tre, quattro euro e basta" -_-
Ma io ero tranquilla perchè avevo previsto tutta questa sceneggiata parola per parola,certo mi scappa qualche lacrimuccia perchè anche se sai come andrà a finire assistere a un padre che ti smerda non è mai piacevole. Ma è tutto sotto controllo.
Quello che davvero non mi aspettavo e che mi ha mandato il cuore in brandelli è che di punto in bianco mi ha accusato di essere niente poco di meno la causa del suo cancro.
Very la cancerogena ! Senza accorgemene mi è venuto il cuore di amianto, rifiuti tossici nelle vene e radiazioni al posto dell'alito.
A sentire mio padre dire che gli ho spappolato il fegato mi si è squarciata l'anima.
Resto zitta perchè cosi mi sono ripromessa e allora il dottor B un po cerca di difendermi.
"Lei lo sa che in questo momento Very sta facendo una grande fatica per trattenersi?"
"Si lo so, e sa dopo in macchina quante me ne dirà?!"
"No papà non ti dirò niente, stai tranquillo"
Questo è mio padre. 28 anni assieme, stessa carne e stesso sangue eppure non ha mai capito niente.
A questo punto il dottor B fa accomodare fuori mio padre per poter proseguire da soli la seduta. Io sono di spalle ormai in una valle di lacrime. Il dottor B chiude la porta, mi da un buffetto sulla testa, si siede di fronte a me e mi sorride dicendo "Buon giorno bionda" (io in realtà sono mora), così come se la nostra seduta iniziasse solo in quel momento.
Il mio spirito partenopeo (che sento di avere pur essendo pugliese) però mi impedisce di far finta di niente, e con la faccia piena di lacrime e il fazzoletto in mano gli dico: "Ma lo hai sentito? Mo è pure colpa mia se gli è venuto il cancro!!"
Dotto B: "Lo so, lo so, avevo messo in conto anche questo"
Very: "Eh tu si, ma io noooooo!!!!!"
Penso, stupidamente, che il peggio sia passato, che adesso il dottor B mi tirerà su di morale e mi farà uscire di li come al solito carica di speranza e fiducia nel futuro.
Non faccio in tempo a finire di pensare questo pensiero che quello mi fa: "Tu sai che io insisto molto sul fatto che tu abbia una tua autonomia, prima di tutto emotiva e poi anche materiale"
E fin qui dottò mi trovi pienamente d'accordo.
"Hai mai pensato...ecco insomma, se tu vuoi possiamo provare a chiedere una pensioncina..."
Aaaaaalt mo davvero è troppo, fermate il mondo che voglio scendere e andare ad abitare con i marziani.
Cioè questo qui mi sta dicendo che sono idonea ad una pensione di invalidità mentale?????
Non gli do neanche il tempo di finire la frase che gli ruggisco un NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Mi faccio un altro pianto. Dopo di che gli chiedo: "Scusa eh, ma come la giustifichi questa richiesta di pensione?"
"Con un disturbo bipolare"
Silenzio.
"Ma io ce l'ho davvero?"
E mi fa quel gesto, pollice sotto al mento, per dire no ma ci sei molto vicina.
E nu alt caz e cus penso di rimando io!!!
Silenzio.
Proviamo a parlare d'altro. Io giusto per non smentirmi continuo a piangere.
Vorrei proseguire ma non ce la faccio e allora mi esce dalla bocca: "Mi hai detto una cosa troppo brutta...lì della pensione...ci sono rimasta male"
"Lo so. Ma se io dovessi fare una diagnosi veritiera non direi che hai un disturbo bipolare, cioè non rientri proprio in quella categoria, ti avvicini ma non lo sei, certo fai un gran casino con le emozioni, hai problemi a socializzare e a confrontarti con gli altri, questo si, lo devi riconoscere ma non sei bipolare. Era per dirti che io sono disposto a fare carte false per darti un po d'aria, un po di autonomia, un modo per uscire da quel tritacarne in cui ti trovi"
Me vabbè allora tengo ancora una speranza di non diventare come una Duracel e avere due poli?!
Parliamo ancora un po, gli dico che non sopporto piu il mio corpo e che non riesco a dimagrire e lui dice che questa cosa sarà sempre difficile da gestire, che è una faccenda atavica, sono stata cresciuta così, ero destinata a diventare obesa, come mia madre, come gran parte della mia famiglia.
Ad un certo punto lo sento pure affermare che prima o poi dobbiamo affrontare il rapporto che (non) ho con gli uomini, che è una cosa molto importante ed io allora guardo il piccione che da fuori alla finestra a sua volta mi guarda e faccio finta di non sentire!
Fissiamo un nuovo appuntamento e ci salutiamo. Appena esco mio padre mi guarda come se in faccia avessi un topo morto, evidentemente devo avere la faccia sconvolta!
Giu in strada afferro mio padre sottobraccio e insieme ci incamminiamo verso il parcheggio.
"Sei arrabbiata?"
"No, non sono arrabbiata."
Silenzio
"Sono molto triste, non credevo che mi avresti dato la colpa del cancro "
Durante il viaggio di ritorno sto zitta, lo sguardo abbastanza fisso, mi sento vuota e guasta, ho qualcosa che non va, sono un giocattolo rotto e mi viene da piangere.
"Ma io non ho detto che me lo hai fatto venire tu il cancro, non mi hai capito.."
"Pa' non sto piangendo per quello.."
"E per cosa?"
"Adesso non mi va di parlarne!"
E intanto mi dispero al solo pensiero di essere minimamente idonea ad una pensione...no ma ci rendiamo conto della gravità della situazione o no?
Ma io questo a papà non glielo posso di certo raccontare, che poi gli viene uno sfogo cutaneo e va a finire che la colpa è mia e della mia pensione.
Conclusione
Anche in questo caso ero indecisa se pubblicare o no questa storia. Sono stati giorni duri, sono stata davvero male, per due giorni ho pianto, mi è venuto mal di testa e mi sono sentita davvero uno schifo. Solo da stamattina sento di essere tornata la Very di sempre, quella che sa scherzare su cose su cui in realtà ci sarebbe ben poco da scherzare e che scrive in un italiano strano solo perchè la fa ridere..solo oggi riesco a non avercela con mio padre e a pensare alla questione pensione con un sorriso e non come una condanna a morte. Ora riesco a pensare lucidamente al fatto che se mi concentro, se mi sforzo forse posso ancora farcela a non diventare bipolare e a non avere bisogno della pensione di invalidità!!
Mamma : "Sic come mi sento..mi sento depressa, mi viene da piangere"
Very : " Ma' finiscila è inutile che fai cosi tanto a te la pensione non te la danno, la danno solo a me, ohhhhh!"
Mamma sorride.
Very sorride.
Il mondo è tornato in ordine.
Fine